Negli anni, in materia di disabilità intellettiva e mercato del lavoro, si sono susseguiti una serie di interventi legislativi, volti a permettere ai datori di lavoro di contemperare le esigenze economico-organizzative aziendali con quelle dei lavoratori con disabilità, al fine di garantire misure e accorgimenti necessari per permettere, a tali soggetti, di poter svolgere la prestazione lavorativa senza alcuna discriminazione e nella piena libertà. Infatti, il lavoro offre autonomia economica ed è un potente strumento identitario e di socializzazione al fine di poter esprimere al meglio le proprie potenzialità.

Secondo gli ultimi rumors, gli studenti delle scuole superiori torneranno di nuovo in classe dal prossimo 14 dicembre; almeno è questo quello che si vocifera e l’idea sulla quale il premier Giuseppe Conte ha intenzione di muoversi per le prossime misure anti-contagio. Intanto, le linee guida della Commissione Europea consigliano di valutare ancora la formula DAD (Didattica a Distanza) e la DID (Didattica a Distanza Integrata) per scongiurare il diffondersi del virus nei diversi istituti senza distinzione di ordine e grado.

Il Dpcm del 24 ottobre 2020 estende al 100% la didattica a distanza nelle scuole superiori su tutto il territorio nazionale. Viene confermata, però, la possibilità della frequenza in presenza per gli studenti con disabilità intellettiva con la sola compagnia dei docenti di sostegno. Una scelta, questa, che ha creato non pochi dissapori vista la possibilità di mettere seriamente in pericolo l’inclusione sociale e scolastica garantita dal DM n.39 del 26 giugno scorso.

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